sabato 4 novembre 2017

La città e la città

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Le lotte urbane a New York
- Gli squat permettono di lottare contro i problemi abitativi. A partire dell'inizio degli anni 1980, a New York, gli squat si oppongono alla ristrutturazione urbana e al rincaro degli affitti. -

La riqualificazione urbana appare ormai come ineluttabile. La città di New York incarna questo fenomeno. Ma. all'inizio degli anni 1980, delle lotte urbane si scatenano in questa città. Negli anni 1980, a causa degli affitti bassi, si sono trasferiti a New York dei residenti poveri. Ma negli anni 1980, Ronald Reagan impone la sua svolta liberista. La sua politica consente un brusco aumento dei prezzi del settore immobiliare.
Nei ghetti, vengono creati laboratori artistici che contribuiscono a rinnovare i bassifondi e a far aumentare i prezzi degli immobili. Gli abitanti più poveri non possono più pagare degli affitti così elevati. Sono quindi costretti ad occupare degli immobili vuoti. Ma le agenzie immobiliari mettono le loro mani anche sugli edifici abbandonati. Seth Tobocman descrive questa lotta degli squat a New York per mezzo del fumetto "WAR IN THE NEIGHBORHOOD".
Nella sua introduzione, lo scrittore Luc Sante descrive questo processo di riqualificazione urbana e si concentra su contesto storico. Insiste anche sul concetto di comunità, il quale permette di rompere l'isolamento attraverso la lotta collettiva. « Il concetto di persone riunite per necessità le quali formano una comunità vivente, che in più si trova in stato di assedio, evoca qualcosa di antico, un'anomalia in seno alle città occidentali così come lo conosciamo », scrive Luc Sante.
La lotta degli squat a New York appare come un episodio storico recente che allo stesso tempo riesce ad alimentare la riflessione ed il desiderio di rivolta relativo alla situazione attuale. « Mentre di ora in ora New York diventa sempre più fredda sotto il regno del re-denaro, la determinazione degli squatter sembra ancora più estranea e stupefacente», sottolinea Luc Sante.

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L'inizio di una lotta collettiva
Il fumetto comincia con l'apertura pubblica di uno squat. « Questi edifici vuoti che appartengono agli abitanti del Lower East Side che un giorno li hanno fatti vivere! Noi andremo a sistemarci lì e gli daremo vita », così uno squatter si rivolge alle persone lì radunate.
Jane e John torneranno a vivere a New York negli anni 1980. Ma i prezzi degli alloggi appaiono essere molto più elevati di quelli degli anni 1960. Decidono quindi di aprire un posto vuoto, dotato di acqua e di elettricità, per abitarci. Ma, un mattino, la coppia viene svegliata da una banda di estremisti di sinistra armati di mazze da baseball. Si tratta del gruppo del « Popolo unito », che ha organizzato la manifestazione per l'apertura pubblica di uno squat. La banda crede che la coppia siano degli yuppie che vogliono colonizzare un quartiere popolare. La storia del Lower East Side è punteggiata dalla lotta e dalla contestazione. Il quartiere ospita immigrati, poveri e anarchici.
Negli anni del 1968, la contestazione si fa più minacciosa. Il potere decide di incendiare degli edifici e di chiudere scuole ed ospedali in modo da far prosperare la criminalità. I poveri vengono cacciati, ma gli artisti e gli yuppie possono istallarsi nel quartiere. Gli estremisti che minacciano Jane e John in realtà sono venduti al potere. Ricevono sovvenzioni per limitare e disciplinare gli squat e trasferire alcuni abitanti. Ma c'è una nuova generazione di rivoluzionari che vuole porre fine alle pratiche degli anni di Reagan. Aiutano Jane e John contro gli estremisti, in attesa di uno sgombero da parte della polizia.
Il palazzo al numero 319, sull'8th strada, si trova in un quartiere di attivisti e di artisti. Il nuovo commissario ed il sindaco sono determinati a sradicare questo squat. Per questo, dei piromani hanno dato fuoco all'immobile che deve perciò essere evacuato. La tensione sale e degli abitanti arrivano ad accopare uno degli appartamenti del 319. Ma le autorità promettono di negoziare e trovare una soluzione. Ma dopo che cessano le manifestazioni, la polizia circonda il quartiere e controlla in particolare il 319.
Alla fine, non si prevedono negoziati e gli abitanti del 319 sono costretti ad aprire altri squat. Quest'episodio spiega la determinazione e la violenza degli squatter. Quando non riesce la negoziazione, allora solo il rapporto di forza può permettere di mantenere la propria casa. « La sola cosa che rispettano, è la nostra capacità di combattere. Ciò lascia solo un'opzione a delle persone altrimenti pacifiche », conclude Seth Tobocman.

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Squat e auto-organizzazione
A partire dal 1989, dei poveri e dei senza tetto si sono organizzati per lottare. Anche se per strada vivono molti tossicomani, esiste una coscienza di classe. Trent City diventa un'organizzazione di senza tetto.
Anche il centro comunitario dell'ABC permette di ricreare della solidarietà contro i riflessi di violenza e di sfiducia che vengono imposti dalla vita passata sulla strada. « Il sistema insegna alle persone a mandarsi al diavolo gli uni con gli altri. Ma qui, dove le persone ritrovano un po' di potere, si può vedere fino a che punto sono buone, in realtà », osserva un personaggio del fumetto.
Ma i problemi della società attraversano anche l'ABC. Il sessismo, l'omofobia ed il razzismo devono essere combattuti. La lotta per l'alloggio diviene una priorità che fa sparire le altre oppressioni. Inoltre, il gruppuscolo maoista del Partito Comunista rivoluzionario (PCR) partecipa all'ABC anche se ci sono degli abitanti che non si fidano della sua immagine stalinista. Luna aderisce al PCR a causa della sua lotta contro il razzismo. Ma si scontra con la rigida morale degli stalinisti. « Poi arrivarono le restrizioni: né droga, né alcool. Né poligamia, né omosessualità », descrive Seth Tobocman.
La "casa deadlock" diventa il nuovo squat. Per evitare gli errori del passato, i fondatori decidono delle regole formali. Ma queste regole non vengono affatto applicate nello stesso modo, a seconda degli abitanti. Delle persone vengono rifiutate dallo squat poiché consumano della droga. Ma ci sono anche abitanti che sono dei drogati. Poi, ci sono delle personalità che possono imporre le loro proprie regole, come Rage. « Malgrado le regole rigide, era del tutto libero. Aveva stile. La gente lo amava e lo perdonava. Era cool. Ed era bianco », racconta Seth Tobocman.

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Lotte per lo spazio pubblico
Nel 1988, la Gioventù Popolare difende un parco a New York. Un passante che vuole semplicemente portare a spasso il suo cane si unisce a degli attivisti. Organizzano una festa nel parco durante una serata. L'intervento della polizia causa una rivolta. Il passante scopre la violenza della polizia. Ma alla fine il parco viene riaperto ed il sindaco revoca il coprifuoco.
Nel 1991, una nuova rivolta scoppia a Tompkins Square. La tensione con la polizia diventa sempre più violenta. Un semplice controllo può velocemente degenerare. I poliziotti si mostrano particolarmente aggressivi e la popolazione contrattacca. I poliziotti reprimono una manifestazione contro le violenze poliziesche. Il corteo rifluisce verso un concerto. I poliziotti sono ora meno numerosi. Il pubblico attacca la polizia lanciando contro di loro delle bottiglie. I poliziotti si ritirano e scappano. Ma la rabbia della popolazione si sfoga distruggendo dei negozi.
Questa sommossa diventa un pretesto, per il sindaco che progetta la distruzione di Tompkins Square. Questo parco accoglie numerosi senza tetto. Contro le ruspe che cominciano il loro lavoro, l'unico mezzo è il sabotaggio. Bird decide di usare dei candelotti di dinamite per distruggere il cantiere. Ma finisce per essere arrestato e malmenato dalla polizia. La distruzioni del parco può così ricominciare.
Il consiglio comunale aveva progetta la demolizione del parco prima delle rivolte. Il contratto per l'appalto era stato firmato due mesi prima. La polizia aveva teso una trappola ed aveva provocato la violenza che era diventata il pretesto per distruggere il parco e poter controllare il territorio. Ma Tompkins Square rimane uno spazio di rivolta e di lotta. « Dovunque ci sono persone di differenti condizioni sociali che si uniscono per difendere i loro diritti, quando ci sono delle persone che sfidano l'autorità senza chiedere scusa, quando le persone tengono testa alla polizia. Questo posto è Tompkins Square. Tompkins Square dappertutto, e per sempre! », conclude Seth Tobocman.

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Auto-organizzazione delle lotte
Questi fumetti di Seth Tobocman fanno rivivere gli episodi della lotta urbana a New York. Il racconto rimane vivo e si incarna nei personaggi. Seth Tobocman ha vissuto gli avvenimenti che descrive. Ha partecipato alla vita quotidiana degli squat e ne assume il suo punto di vista soggettivo e politico. Ma questi fumetti permettono anche di analizzare i limiti di queste lotte.
Il libro di Seth Tobocman racconta il ruolo svolto dalla sinistra e dalle associazioni legate al Partito democratico. Il riformismo, con i suoi piccoli leader e con i suoi negoziati di corridoio, non porta a niente. Per avere successo, la negoziazione dev'essere preceduta dalla costruzione di un rapporto di forza. Nel momento in cui la lotta abbandona la strada per isolarsi nelle sale istituzionali, ha già perso.
L'auto-organizzazione della lotta rimane indispensabile. « Avevamo ragione a dire che la forza più radicale in seno alla società è il collettivo, nel quale gli individui possono partecipare alla democrazia diretta senza la mediazione di politici professionisti », analizza Seth Topocman. Ma non feticizza lo squat e l'autogestione visti come modelli di società. Si distingue dall'ideologia alternativistica, ed al contrario insiste sulle difficoltà della vita nella collettività. Mostra i problemi legati alla droga, alla violenza, ma anche al razzismo ed al sessismo. Gli squat autogestiti non sono delle bolle isolate dal resto della società e dall'oppressione che la attraversa. L'assenza di strutture ed loro far parte del regno dell'informale favoriscono anche il mantenimento di gerarchie sociali.
Tuttavia, il libro di Seth Tobocman riflette anche una prospettiva auto-centrica. Gli squat e le lotte dei senza tetto vengono giustamente ben evidenziate. Ma i problemi degli inquilini, con l'aumento dei canoni di affitto, e quelli dei piccoli proprietari conseguenti alla ristrutturazione urbana, non vengono affrontati. Il libro traccia l'immagine di una gioventù marginale che si batte da sola contro la gentrificazione. I collegamenti con gli altri abitanti del quartiere sono poco visibili. Eppure, è tutto l'insieme delle classi popolari che deve organizzarsi per lottare contro la polizia, contro i proprietari e contro le autorità pubbliche.

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fonte: Zones subversives - Chroniques critiques

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